venerdì 16 gennaio 2009

Bici contro il petrolio: una rete ciclabile per ridurre la dipendenza da petrolio, contro il Centro Oli e le trivellazioni nel teramano

Che legame ci può essere tra un coordinamento per le ciclabili e il no al Centro Oli di Ortona e alle trivellazioni petrolifere nel teramano? Molto più di quanto non sembri.

Infatti la riconversione del modello di mobilità dall’auto privata verso un’intermodalità composta da bici+mezzi pubblici è uno dei fronti della lotta alla dipendenza da petrolio.

Se la bici non è vista come semplice strumento di passeggio domenicale –che è già un progresso rispetto alla Mercedes “da parata” domenicale sul lungomare- ma come strumento sistematico per gli spostamenti casa-scuola, casa –lavoro e per fare acquisti allora diventa una seria alternativa; e per far questo occorrono da un lato la diffusione di un’adeguata cultura della mobilità sostenibile per modificare i comportamenti, dall’altro una rete ciclabile che permetta di pedalare in tutta sicurezza e comodità.

Certo la mobilità è solo uno dei fronti anti petrolio, assieme alla razionalizzazione-riduzione dei consumi, che permetterebbe anche di ridurre i rifiuti e le relative discariche, oltre al tema centrale della produzione energetica.

Nei numerosi dibattiti portati avanti anche da Legambiente e WWF contro il Centro Oli si ribadisce la necessità di puntare sulle energie alternative, come quella che si terrà oggi, 16 gennaio, ad Ortona:

“Una conferenza che ricorderà e riproporrà con i presidenti di WWF e Legambiente Dante Caserta e Angelo Di Matteo, che il futuro ci impone di uscire dall' economia che avvelena e distrugge, per uno sviluppo reale e una economia del rispetto per le generazioni future e quindi della terra, puntando sulle energie alternative(v. pagina web).

È tempo che le popolazioni diventino protagoniste responsabili e informate del proprio futuro, e che vengano quindi interpellate nel dibattito su scelte fondamentali per il futuro dei territori e del pianeta intero.

È necessario ragionare apertamente e senza pregiudizi sulle strategie energetiche, nella speranza che si punti finalmente, e non solo a parole, sulle energie rinnovabili.

Infatti dire no al petrolio in casa propria vuol dire continuare a bruciare petrolio raffinato senza alcuna cautela ambientale nei paesi più poveri del mondo, e nel contempo continuare ad alterare l’equilibrio climatico globale che colpirà “democraticamente” tutti gli abitanti del pianeta.

Alessandro Tursi

1 commento:

  1. Siamo fiduciosi. Obama darà una svolta nella politica energetica agli Stati Uniti e, di riflesso, al mondo intero.
    Nelle prossime settimane inizierà anche da noi una riflessione e una sensibilizzazione verso le energie alternative, compresa la riduzione del consumo degli edifici che tanto lavoro darà ai progettisti, alle industrie e agli installatori dei pannelli solari e della coibentazione...
    Le bici diventeranno sempre più protagoniste dei centri storici come già sta avvenendo nei paesi più avanzati del Nord Europa.
    Il futuro è alle porte... abbiamo fiducia.

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